Le strategie per avviare un modello replicabile

Le strategie per avviare un modello replicabile
davide d andrea ricchi

Le strategie per avviare un modello replicabile

Step 6:
il fundraiser.


Una volta conosciuta l’entità della spesa iniziale da affrontare, Marco ha diverse strade per finanziare la sua idea: A: Ha capitali propri per partire; B: Va alla ricerca di contributi bancari o pubblici (bandi a finanziamento zero o a tassi agevolati); C: Si mette a cercare soci finanziatori e può farlo solo se ha costruito un solidissimo business plan; D: Usa nuove forme di finanziamento, come il crowdfunding (equity o lending). Quale di queste strade sarebbe la migliore per te?

Step 7:
il burocrate.


Marco si è deciso. Ha tutte le carte in regola per mettersi in proprio e allontanare la noia del suo vecchio lavoro. Per ufficializzare il suo impegno deve individuare il soggetto giuridico che più si adatta al suo tipo di business (SpA, Srl ecc.) e fondare la società. Per farlo ci sono tre passaggi necessari. Primo, la stipula del contratto di società presso un notaio, alla presenza di tutti i soci fondatori. Secondo, la creazione di uno statuto sociale che contiene le regole e i principi che tutti i membri della società si danno. E infine, l’iscrizione presso il Registro delle Imprese.

Step 8:
il regista


Di quante persone ha bisogno Marco per gestire il suo business? Proviamo a immaginare: un team di sviluppatori, per creare sito istituzionale, ecommerce, app e altri strumenti digitali, un esperto di marketing capace di costruirgli la giusta strategia, un esperto di design e poi ancora di “sommelier”, ovvero figure in grado di portare un reale valore al business. In genere, il mio consiglio è di prevedere già alcuni sostituti per le figure principali del team. Potrebbe accadere, e succede spesso, che uno dei membri non sia più motivato a proseguire, e allora è buona regola avere fatto “scaldare in panchina” dei degni sostituti.

Step 9:
il marketer.


L’errore che Marco potrebbe fare è di creare un logo e un payoff per il suo business, ben prima di creare una piano di marketing. Le attività di brand identity, al contrario, sono successive all’elaborazione di una strategia. La struttura della brand identity è complessa perché al suo interno ha diverse voci, che devono trasmettere, per esempio, i valori del brand, la sua identità (il tono di voce), l’identità visiva, che deve essere presente in tutte le forme di interazione con il consumatore: elementi che rendono la marca riconoscibile e semplice da ricordare. Insomma, la brand identity è una materia delicata e ha bisogno del supporto di un esperto per essere sviluppata al meglio.

Step 10:
il collaudatore.


Ultimo punto, ma non in ordine d’importanza. Ricorda: non c’è franchising senza i concetti di standardizzazione e formalizzazione, come racconto nel II e VI capitolo del libro Let’s Franchise. La standardizzazione avviene con la redazione di un manuale operativo, con il quale Marco e il suo team mettono per iscritto le regole e processi lavorativi utile per darsi un’organizzazione efficace e necessario per il futuro affiliato che dovrà seguire per aprire e gestire l’attività del brand in franchising. Se nel tuo modello non sai esattamente chi fa cosa e come queste cose devono essere fatte, allora il tuo modello ancora non è dotata di un assetto operativo.

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