Contratto di Franchising: Cosa Sapere Prima di Firmare

Contratto di Franchising: Tutto Quello che Devi Sapere Prima di Firmare

Avviare un’attività in franchising può sembrare una scorciatoia verso l’imprenditorialità, ma dietro il fascino di un marchio conosciuto si nasconde un contratto da analizzare con grande attenzione. In questo articolo, ti forniremo una guida completa sul contratto di franchising e su tutto quello che devi assolutamente conoscere prima di chiudere la trattativa. 

Cos’è un contratto commerciale?

Il contratto di franchising è un accordo tra due soggetti: il franchisor, cioè il titolare del marchio e del modello di business, e il franchisee, ovvero l’imprenditore che intende replicarlo nel proprio territorio.

Questo patto consente all’affiliato di utilizzare nome, loghi, procedure operative e strumenti gestionali del franchisor, in cambio di un investimento iniziale e di versamenti periodici. Ma oltre ai vantaggi evidenti, il contratto porta con sé vincoli e obblighi che vanno compresi a fondo.

📌Il franchising riduce i rischi, ma richiede disciplina.
💡 Esempio: Anna vuole aprire una caffetteria. Sceglie un brand conosciuto, riceve formazione e arredi predefiniti. Ma deve seguire procedure rigide e pagare fee mensili, perdendo parte della sua autonomia.

👉 Approfondimento tecnico: Il contratto di franchising rientra nella categoria dei contratti di collaborazione continuativa, con prestazioni corrispettive (ex art. 1321 c.c.). Ha natura “atipica”, poiché non codificato nel Codice Civile ma disciplinato dalla Legge 129/2004, ed è soggetto alle regole generali dei contratti e delle obbligazioni (in particolare artt. 1341-1469 c.c.).

L’informativa precontrattuale: la trasparenza prima della firma

Secondo la Legge 129/2004, il franchisor è obbligato a fornire, almeno 30 giorni prima della firma del contratto, una documentazione dettagliata. Questa “informativa precontrattuale” serve a garantire trasparenza e consapevolezza da parte del futuro affiliato.

Deve contenere informazioni essenziali: i bilanci degli ultimi tre anni, la descrizione del marchio registrato, i servizi inclusi (formazione, assistenza, software), l’entità degli investimenti iniziali e ricorrenti, e le condizioni di durata, rinnovo o recesso.

📌 Se le informazioni non vengono fornite per tempo, il contratto può essere annullabile.
💡 Esempio: Marco riceve solo dopo la firma i dati di bilancio del franchisor. Scopre che l’azienda è in perdita da due anni. In questo caso, potrebbe chiedere l’annullamento del contratto per vizio del consenso.

👉 Approfondimento tecnico: L’art. 4 della Legge 129/2004 impone l’obbligo di trasparenza precontrattuale, sanzionato con l’annullabilità del contratto ai sensi degli artt. 1427 e seguenti del Codice Civile (errore-vizio del consenso). La mancata o tardiva consegna dell’informativa può anche costituire pratica commerciale scorretta secondo il Codice del Consumo.

Le clausole da leggere con attenzione (e qualche lente d’ingrandimento)

Ogni contratto di franchising include clausole che regolano gli aspetti fondamentali della collaborazione. Alcune possono sembrare secondarie, ma incidono fortemente sull’operatività quotidiana del franchisee. Una di queste è la clausola di esclusiva territoriale, che può tutelare l’affiliato impedendo ad altri punti vendita dello stesso marchio di aprire nella stessa area. Tuttavia, se mal strutturata, può risultare inefficace, soprattutto rispetto alle vendite online.

Anche la durata e il recesso meritano una riflessione accurata. Un contratto che si rinnova automaticamente o che prevede penali elevate per l’uscita anticipata può diventare una trappola.

📌 Le clausole più pericolose sono spesso quelle che sembrano più innocue.
💡 Esempio: Francesca firma un contratto di 5 anni con una penale di 20.000 euro in caso di uscita anticipata. Dopo 12 mesi vuole cambiare settore, ma non può permettersi la penale. La sua libertà imprenditoriale è bloccata.

👉 Approfondimento tecnico: Le clausole sulla durata e sul recesso devono rispettare il principio di buona fede contrattuale (art. 1375 c.c.). Le penali eccessive possono essere oggetto di riduzione giudiziale ex art. 1384 c.c. In merito all’esclusiva, si applicano gli artt. 2596 e 2598 c.c. sulla concorrenza, con attenzione anche ai limiti del diritto antitrust.

Royalties, fee e costi nascosti: quanto costa davvero il franchising?

Il franchising non è un’unica spesa iniziale. Oltre alla fee d’ingresso, il franchisee deve sostenere costi periodici: royalties fisse o percentuali sul fatturato, fee pubblicitarie obbligatorie, licenze software, forniture da canali vincolati. Il contratto può anche prevedere costi per formazione obbligatoria, manutenzione tecnica e aggiornamenti.

📌 I veri costi del franchising emergono nel tempo, non il giorno dell’apertura.
💡 Esempio: Giulia apre una yogurteria affiliata. Ogni mese deve versare 600 euro di royalty, 250 di fee pubblicitaria e acquistare prodotti esclusivi dal franchisor con un ricarico del 40%. I margini reali sono molto inferiori a quelli previsti.

👉 Approfondimento tecnico: Le royalties rappresentano il corrispettivo per l’utilizzo continuativo del know-how e del marchio (art. 3, comma 3, Legge 129/2004). I fee pubblicitari possono essere previsti solo se rendicontati e proporzionati. L’obbligo di acquisto esclusivo deve essere giustificato da esigenze qualitative o standardizzanti, altrimenti può costituire abuso di posizione dominante (Regolamento UE n. 330/2010).

Controlli, ispezioni e standard da rispettare

Il franchisor ha il diritto di controllare che il franchisee rispetti gli standard operativi previsti dal contratto. Questo può includere visite programmate, mystery shopping, richieste di report mensili, controlli sulla qualità del servizio o sull’utilizzo del logo.

Questi controlli sono essenziali per proteggere la coerenza del brand, ma possono diventare un peso se troppo invasivi o non ben regolamentati.

📌 Il franchising è una libertà vigilata. I controlli non sono opzionali.
💡 Esempio: Paolo gestisce una paninoteca in franchising. Ogni settimana riceve una visita a sorpresa da un tutor. Dopo tre richiami per dettagli minori, riceve una lettera formale di diffida.👉 Approfondimento tecnico: I controlli rientrano tra gli obblighi contrattuali di verifica e monitoraggio della qualità. Tuttavia, devono avvenire in modo proporzionato, rispettando il principio di correttezza (art. 1175 c.c.) e senza ledere l’autonomia del franchisee. In caso contrario, si può configurare abuso del diritto.

Clausole vessatorie: quando il contratto è squilibrato

Non tutte le clausole sono negoziabili, ma alcune possono essere considerate vessatorie se imposte unilateralmente dal franchisor. Parliamo, ad esempio, di penali sproporzionate, rinnovi automatici obbligatori, divieti di concorrenza troppo ampi, o esclusioni totali di responsabilità.

Per essere valide, queste clausole devono essere firmate “per approvazione specifica” e in modo consapevole.

📌Le clausole vessatorie sono valide solo se sottoscritte separatamente.
💡 Esempio: Roberto apre un pet shop in franchising. Alla scadenza, apre un negozio simile a 30 km di distanza. Il franchisor lo accusa di violazione del patto di non concorrenza, ma la clausola non era stata firmata in modo specifico. Viene dichiarata nulla.

👉 Approfondimento tecnico: L’art. 1341 c.c. stabilisce che le clausole vessatorie nei contratti per adesione devono essere specificamente approvate per iscritto. Nei contratti B2B, il Codice del Consumo non si applica, ma resta il principio dell’equilibrio contrattuale e della nullità parziale (art. 1419 c.c.).

Quando il franchisor non mantiene le promesse

Non sempre è il franchisee a essere inadempiente. Può accadere che il franchisor non rispetti i propri obblighi, come fornire supporto tecnico, formazione, materiali promessi, o addirittura violare l’esclusiva territoriale pattuita. In questi casi è possibile agire per vie legali, chiedere la risoluzione del contratto e un risarcimento.

📌Anche il franchisor ha obblighi. E può essere sanzionato.
💡 Esempio: Andrea apre una palestra con l’idea che riceverà una piattaforma gestionale inclusa. Dopo 4 mesi, il software non è ancora attivo. Documenta tutto, avvia una mediazione e ottiene un rimborso parziale.

👉 Approfondimento tecnico: Il mancato rispetto degli obblighi contrattuali configura inadempimento ex art. 1218 c.c. In caso di inadempimento grave, l’affiliato può chiedere la risoluzione ai sensi dell’art. 1453 c.c., oltre al risarcimento dei danni. La mediazione è obbligatoria in materia commerciale (D.Lgs. 28/2010).

Le regole del gioco: quali normative tutelano l’affiliato

Il contratto di franchising è disciplinato non solo dalla Legge 129/2004, ma anche dalle norme generali del Codice Civile e dalle direttive europee sulla trasparenza contrattuale e la concorrenza. In presenza di pratiche scorrette o pubblicità ingannevoli, l’AGCM può intervenire con sanzioni specifiche.

📌 Il franchising è regolato dalla legge, ma va compreso a fondo per essere difeso.
💡 Esempio: Un franchisor promette guadagni mensili minimi garantiti senza basi reali. L’AGCM interviene e lo sanziona per pratica commerciale scorretta.

👉 Approfondimento tecnico: Tra le fonti normative principali si segnalano: Legge 129/2004, Codice Civile (artt. 1321-1469), Regolamento UE 330/2010 sugli accordi verticali, Codice del Consumo per i profili di scorrettezza contrattuale e comunicativa, e Codice Antitrust italiano (L. 287/1990).

Franchising: occasione di crescita o gabbia dorata?

Per il franchisee, entrare in una rete può significare avviare un’attività con meno rischi, sfruttare un marchio noto, accedere a formazione, assistenza e a un’intera comunità professionale. Ma questa stabilità si paga con minore libertà gestionale, obblighi economici continui e vincoli contrattuali rigidi.

Il franchisor, dal canto suo, può espandersi rapidamente con investimenti contenuti, aumentare la notorietà del brand e generare entrate ricorrenti. Ma deve anche gestire con attenzione la rete, vigilare sulla qualità e affrontare i contenziosi legati agli affiliati insoddisfatti.

📌 Il franchising è una partnership, non un’assunzione. Richiede equilibrio e visione.
💡 Esempio: Luca gestisce un ristorante in franchising. I primi anni sono floridi, ma con il cambio del format imposto dalla casa madre deve affrontare nuovi investimenti imprevisti.

Firmare con consapevolezza il contratto di franchising

Il franchising è un acceleratore imprenditoriale, ma non un salvagente. Offre strumenti, modelli, visibilità, ma richiede anche rispetto delle regole, adattabilità e una visione strategica chiara. Ogni contratto va letto, analizzato, discusso. E, se serve, va portato all’attenzione di un consulente esperto.

Informarsi prima, firmare dopo. È la regola d’oro del franchising. 

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