Le Wonder Women nel franchising, le TOP 3

Il franchising è anche donna. Se nel mondo dell’imprenditoria la presenza delle donne nella “cabina di comando” del business è limitata, oggi franchisor e franchisee sono sempre più rosa (come vedremo).

A questo proposito, la rivista americana What Franchise lancia ogni anno la lista delle cento donne più influenti nel mondo del franchising (The 100 Influential Women In Franchising List), per raccontare le storie delle tante donne che, in tutto il mondo, sono riuscite a sfondare nel mondo dell’affiliazione: figure di spicco, innovatrici, mentor che guidano le proprie organizzazioni con successo e aiutano altre donne a fare altrettanto.

Ho scelto tre storie tra quelle per il mio personale podio delle tre donne nel franchising che mi hanno più ispirato. Ecco le loro storie.

Diana Rosario

La storia di Diana Rosario è la dimostrazione che “non arrendersi mai” è spesso un ottimo consiglio: dopo 14 fallimenti nel business, è finalmente riuscita a lanciare un brand di successo “What’s your FLAN?”. Il Flan è uno sformato cotto al forno in piccoli stampi, in genere accompagnato da una salsa. Può essere dolce o salato e può essere servito come antipasto o secondo.

Appassionata di cucina, Diana Rosario un giorno posta su Facebook una sua creazione personale: un flan dolce condito con Matcha. “Dopo averlo postato, la foto è diventata virale”, ha raccontato, “e da allora ho creato più di 70 ricette originali”. Ma ovviamente non si è limitata a cucinare.

È il 2016 quando lancia il suo brand, l’occasione giusta per trasformare “i miei fallimenti in nuova forza e motivazione per andare avanti”. Ha quindi proposto le sue ricette sul mercato, ottenendo un successo di pubblico strepitoso: nelle Filippine, Paese di origine di Rosario, sono stati già aperti 145 punti vendita di What’s your FLAN? in franchising e di recente il brand è sbarcato anche in altri Paesi, in Canada e a Dubai.

Un successo che le è valso numerosi riconoscimenti, tra cui la vittoria alla competizione globale NextGen in Franchising nel 2019 e il NextGen in Franchise Leaders delle Filippine nel 2018.

Liz Nable

Liz Nable ha dovuto fare pivot a causa della pandemia. Australiana d’origine, anni fa si trasferisce a New York con la famiglia, lei giornalista freelance, il marito con un lavoro in una banca d’investimenti. Nel 2011, con il secondo figlio in arrivo (all’epoca è incinta alla 30esima settimana), Nable e famiglia decidono che è il momento di tornare in patria. Qui non possono far altro che mettersi in proprio. Decidono quindi di aprire, come franchisee, una palestra Xtend Barre, focalizzata sugli esercizi alla sbarra. La pressione è altissima: “Dovevamo far funzionare l’attività: non avevamo altra scelta”, racconta.

E malgrado non abbia esperienza nel business, la scommessa funziona. Visto il successo, nel 2019 Nable decide di aprire la sua quarta palestra della catena.

Quando le autorità australiane decidono, come in mezzo mondo, di limitare le attività commerciali a causa del covid 19, Nable però non si scompone e trasforma nel giro di meno di 24 ore le sue palestre in attività a distanza, con lezioni di fitness virtuali, restando a galla durante tutto il lockdown.

Beatrice Corradini

C’è anche un’italiana tra le cento donne più influenti nel franchising: è Beatrice Corradini, che nel 2003 ha avviato il suo primo Mail Boxes Etc. a Mantova, che oggi gestisce con una squadra di 40 persone, metà delle quali donne, con posizioni strategiche. Ma Corradini non si è seduta sugli allori: negli anni ha infatti lanciato altri quattro punti vendita tra Mantova e Verona e già pensa a un ampliamento consistente nei prossimi anni. Negli ultimi quattro anni, i suoi punti vendita hanno fatto registrare tassi di crescita a doppia cifra.

«È quello che dico sempre: diventare imprenditore attraverso l’affiliazione commerciale è come lanciarsi nel vuoto con il paracadute», ha raccontato Corradini.

Donne e franchising, connubio vincente

La storia di Beatrice Corradini non è isolata. Se nell’imprenditoria “classica” le donne a capo di un’azienda sono appena il 22 per cento in Italia, va molto meglio nel franchising, dove le leader sono il 35 per cento sul totale(Rapporto Assofrancising Italia 2020 – Strutture, tendenze e scenari). Una presenza importante, soprattutto in questo momento difficile, come ha sottolineato Augusto Bandera, segretario generale di Assofranchising:
«Sappiamo quanto siano penalizzate le donne soprattutto durante i momenti di crisi, quando la cura della famiglia ricade perlopiù su di loro. Dunque è comprensibile la scelta di volersi mettere in proprio: quella del franchising è una formula win-win che può aiutare a sostenere un modello di imprenditorialità femminile».

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