
Quando i Franchisor vanno KO! Sconfitte legali
Kramer contro Kramer, o se preferisci, la Guerra dei Roses. La relazione che si instaura tra franchisor o franchisee può condurre direttamente nelle aule dei tribunali, con sentenze molto dure e danni economici di non poco conto. A pagarne le spese spesso è il franchisor che commette errori grossolani che ne rovinano l’immagine e la reputazione. Per questo motivo ho sempre sostenuto che la prevenzione è la migliore Strategia Legale in ambito Franchising.
In questo articolo ti racconto alcune sentenze che dimostrano bene come il business del franchising non sia un gioco da ragazzi, ma richiede grande attenzione e cautela, soprattutto nella parte legale.uccesso ma non è abbastanza.
Fino all’ultimo round
La prima sentenza che ti racconto è del Tribunale di Trani e risale al 5 febbraio del 2018. La causa vede un franchisor di prodotti alimentari citare in giudizio un suo franchisee. Le accuse del franchisor nei confronti del franchisee sono tante:
- Ha risolto il contratto in modo tardivo;
- Non ha acquistato i suoi prodotti, come da contratto;
- Non ha partecipato alle iniziative pubblicitarie del gruppo;
- Ha rimosso l’insegna del brand dal punto vendita.
Dall’altra parte del ring, c’è il franchisee che non ha alcuna intenzione di fare la vittima sacrificale. Con un colpo a sorpresa, si costituisce in giudizio. Sostiene che il contratto di franchising va annullato poiché il franchisor non ha consegnato una copia del contratto e dei relativi allegati con almeno 30 giorni d’anticipo rispetto alla data di stipula, come previsto dalla legge.
Messo all’angolo, il franchisor, in un colpo di coda, sottolinea che nel contratto c’è una clausola che indica l’avvenuta consegna del contratto di franchising proprio 30 giorni di anticipo rispetto alla stipula. Purtroppo per lui, non ha saputo provarlo in aula di tribunale.
Come è andata a finire? Il giudice ha ritenuto che ci fosse un’inadempienza da parte del franchisor, che non bastava, tuttavia, ad annullare il contratto, come da richiesta dal franchisee.
Un “UNO-DUE FATALE”
I protagonisti di questa sentenza, emessa dal Tribunale di Milano il 26 novembre del 2018, sono due franchisee che citano in guidizio un franchisor, del quale dicono peste e corna.
La storia qui è decisamente interessante: i due franchisee sono ex dipendenti del franchisor. Quest’ultimo li ha convinti a costituire due società e a sottoscrivere poi contratti di franchising per la gestione di due punti vendita dello stesso franchisor.
Secondo i due, il franchisor si sarebbe vantato dei suoi rendiconti previsionali, prospettando un certo utile di esercizio, che però non corrispondeva a quello effettivamente realizzato. Inoltre, pare che il franchisor avesse convinto anche uno dei dipendenti a rinunciare al suo TFR, proprio per via degli “importanti introiti” che avrebbe avuto proprio stipulando il contratto di franchising.
Come è andata a finire la storia? Il giudice ha ritenuto scorretto il comportamento del franchisor che non ha dato la possibilità ai franchisee di verificare la redditività reale dell’impresa. Il giudice non ha bevuto la difesa del franchisor, secondo cui aveva “agito in buona fede”. Mala fede o buona fede sono categorie soggettive, mentre oggettivi sono il danno subito dai franchisee e le responsabilità precontrattuali del franchisor.
KO tecnico
In questa terza storia che ti racconto siamo al Tribunale di Milano, in una sentenza del 29 marzo del 2017. Qui abbiamo di fronte un contendente che non risparmia accuse e colpi al suo avversario.
Il franchisee protagonista chiede l’annullamento del contratto di franchising per la violazione degli obblighi informativi precontrattuali. E, inoltre, chiede di annullare la clausola con la quale il franchisor aveva sospeso l’esecuzione del contratto.
La sconfitta per il franchisor è doppia. In merito alla prima richiesta, il giudice ritiene che il franchisor non abbia rispettato diversi obblighi contrattuali, tra cui la formazione, la fornitura di materiale pubblicitario e la fornitura di un servizio di segreteria, come da contratto. Inoltre, sottolinea un’aggravante: il franchisee aveva dimostrato che il franchisor, attraverso il suo call center, aveva indirizzato potenziali clienti verso i punti da lui direttamente gestiti.
Il giudice poi rigetta la richiesta del franchisee di ritenere nulla la clausola che dà il potere al franchisor di sospendere l’esecuzione del contratto. Tuttavia, dichiara che il franchisor non aveva il diritto di esercitarla, la richiesta di sospensione da parte del franchisor è illegittima.
Per tutti queste ragioni, accoglie la richiesta del franchisee di risolvere il contratto per grave inadempimento del franchisor.
Sconfitta prima di salire sul ring
Al Tribunale di Genova, in data 8 marzo 2013, si sfidano due ragioni: da una parte il franchisee che chiede la risoluzione dell’affiliazione commerciale perché il franchisor non ha consegnato tutti gli allegati previsti in fase documentale, ma solo il contratto e il marchio. Dall’altra, ci sono le ragioni del franchisor che accusa il franchisee di non aver pagato delle fatture.
Quale di questi due inadempimenti è più grave secondo il giudice?
Le mancanze del franchisor. Il giudice ha ritenuto più grave le inadempienze del franchisor che erano avvenute prima del mancato pagamento delle fatture. Oltre il danno poi la beffa per il franchisor, secondo il giudice ha sbagliato due volte: ha stipulato un contratto con qualcuno che non offriva garanzie di pagamento. D’altronde, la selezione dei franchisee resta uno dei nodi più delicati della creazione di una rete, come racconto nel capitolo 8 del mio libro let’s franchise.
Questi esempi dimostrano bene come il contratto è il cuore di un franchising ma anche i comportamenti concludenti hanno altrattanto importanza. Per questo, bisogna creare un assetto legale con l’aiuto esperti esperti e così ridurre al lumicino i rischi sia per il franchisor che per il franchisee. Per saperne di più su come stipulare un contratto di franchising legalmente inattaccabile, leggi il capitolo 5 e 6 del mio libro: “I Segreti del contratto di franchising”.